di Piergiuseppe Menietti
È con vero piacere che, a far tempo da questo numero del Notiziario, torneremo a ospitare la preziosa collaborazione del nostro socio Piergiuseppe Menietti tra i più illustri esperti di Storia della Città di Torino.
PRIMA PARTE: "DA AUGUSTA TAURINORUM AL DUCA EMANUELE FILIBERTO (XVI SECOLO)"
È molto difficile ricostruire le vicende preromane della nostra città, a causa degli scarsissimi ritrovamenti archeologici. Si sa, comunque, che il territorio sul quale si erge Torino fu scelto come luogo di stanziamento da antiche popolazioni provenienti dalla Liguria. Sul luogo in cui soggiornarono vi sono diverse ipotesi, le più moderne inducono a pensare a piccoli stanziamenti sui rilievi collinari. Secondo concezioni un po' più antiche, i Celto-liguri, giunti intorno al 400 a.C., s’installarono alla confluenza della Dora con il Po utilizzando i due fiumi come utili vie d’acqua, ma anche come naturali ostacoli ad eventuali attaccanti. Il piccolo abitato fu difeso con una solida palizzata costituita da tronchi, terra e massi. I tronchi, posti di punta, offrivano un'altissima resistenza all'ariete dei nemici. Le pietre e la terra, che poteva essere inumidita, rendevano quasi impossibile la combustione della palizzata. A comprova della solidità di queste difese, vi è la resistenza di tre giorni che l'antica Taurasia (questo il nome dell’abitato) oppose, nel 218 a.C., all'esercito di Annibale durante la seconda guerra punica.
Quando gli antichi romani raggiunsero i territori subalpini, videro che Taurasia era in una posizione ben difendibile, al centro di notevoli collegamenti viari e fluviali, ma - soprattutto - all'imbocco delle strade che valicavano le Alpi in direzione della Gallia transalpina.
L'importanza del luogo non sfuggì a Giulio Cesare che, nel 58 a.C., fondò l'Oppidum Taurinense, un accampamento fortificato nella zona che è l'attuale cuore del centro storico cittadino. Nel primo secolo avanti Cristo, il campo si trasformò nella città di Augusta Taurinorum. Non si conosce la data precisa dell’inizio di costruzione del nucleo urbano fortificato, ma essa si colloca intorno al 25 a.C., anno in cui fu fondata Augusta Praetoria (Aosta). Augusta Taurinorum venne completata una cinquantina d’anni più tardi. Sono stati recentemente ritrovati, in Piazza Castello, i resti del sacrificio di fondazione: quattro anfore di sicura datazione hanno permesso di stabilire un’epoca vicina al 25 d.C.
I primi studi scientifici sull’antico abitato furono compiuti – nell’Ottocento – dall'ingegner Carlo Promis. Le ricerche vennero poi continuate da altri studiosi, ma Augusta Taurinorum riserva ancora oggi aspetti non del tutto chiariti.
L'abitato contava settemila abitanti, aveva una forma quasi quadrata (metri 670 x 720) e si estendeva, molto grossolanamente, da via della Consolata a piazza Castello e dalla Porta Palatina a via Santa Teresa.
Augusta Taurinorum era cinta da solidissime mura che, secondo Carlo Promis, esse erano alte m. 6,33 e larghe, alla base, m. 2,42. Alcuni studiosi ipotizzano che i primi tratti della cinta urbana eretti ad ovest e sud, nei due lati dove il terreno non offriva la difesa naturale dei fiumi e delle loro rive in salita, sarebbero riconducibili all'epoca di Giulio Cesare.
Le mura erano munite di torri, poste alla distanza di 75 metri l'una dall'altra. Tale distanza consentiva agli arcieri la difesa del tratto di cortina compreso tra due torri vicine, dalle quali scagliare frecce infallibili.
Inoltre, ognuno dei quattro lati della città aveva una porta fortificata. L'attribuzione dei nomi delle porte è molto contrastata: mi atterrò a quella che pare più diffusa.
La Porta Pretoria, che si trovava dove sorge il Palazzo Madama, e la Decumana, quasi all'angolo tra via Garibaldi e via della Consolata, delimitavano il decumanus maximus. Questa arteria seguiva perfettamente il tracciato di quella che sarebbe diventata, nei secoli, la Contrada di Dora Grossa e – dopo l'unità nazionale – via Garibaldi.
Perpendicolarmente al decumanus correva il cardo maximus, sull'asse delle vie Porta Palatina e San Tommaso. Il cardo era delimitato a nord dalla Porta Principale Sinistra, detta poi "Palatina" e, a sud, dalla Principale Destra, all'altezza dell'attuale via Santa Teresa.
Le vie cittadine minori erano parallele alle due arterie suddette e delimitavano 72 insulae, che formavano uno scacchiere molto regolare.
La parte centrale della città ospitava il foro e le principali costruzioni religiose ed era attorniata da abitazioni molto varie per tipologia e qualità. La politica del panem et circenses non trascurava i luoghi di spettacolo. Nell'angolo nord-est della città - tagliato diagonalmente per ragioni statiche riconducibili alla morfologia del terreno - vi era un teatro e, in una zona non ancora ben identificata, un grande anfiteatro per le lotte di belve e gladiatori.
All'interno delle mura romane si svolsero le intricate vicende medievali successive alle dominazioni longobarda (569) e franca (773). Il tessuto urbano divenne meno omogeneo e le torri dell'antica cinta furono tagliate verticalmente e munite di scale in legno facilmente incendiabili se il nemico ne avesse tentata la discesa dopo aver scalato le mura dall'esterno.
Il grande sviluppo architettonico dell'età barocca cancellò quasi totalmente i ricordi del medioevo torinese: esamineremo ciò che ne è rimasto nell'itinerario didattico seguente.
Nel 1276 Guglielmo VII di Monferrato si impadronì della città vincendo il vescovo alleato degli Angioini. Successivamente Torino passò sotto il dominio dei Savoia-Acaia, che diedero inizio all’evoluzione del castello poi detto Palazzo Madama. Nel Quattrocento lo ampliarono verso il Po, aggiungendo le due torri che si vedono nella parte posteriore del castello.
Più tardi, nel 1498, la città fu impreziosita del suo unico gioiello rinascimentale: il Duomo, ne parleremo più avanti.
ITINERARI DIDATTICI
Le due passeggiate prevedono partenza ed arrivo in piazza San Giovanni od in qualsiasi altro punto dei percorsi, che sono circolari. Considerando la vicinanza dei monumenti e dei resti da vedere, è possibile fondere i due itinerari esaminando insieme antichità romane e medievali.
ALLA SCOPERTA DELLA TORINO ROMANA
TEATRO ROMANO = lasciando alle spalle il campanile del Duomo e costeggiando la cancellata verso via XX Settembre, sono ben visibili la càvea dove sedevano gli spettatori e, ai suoi piedi, il semicerchio dell'orchestra, che ospitava il coro.
Di fronte a questa vi era il pulpitum (palcoscenico) alle cui spalle sorgevano due importanti strutture andate perdute: l'imponente muro della scena ed il cosiddetto porticus post scaenam.
Eretto dal primo al terzo secolo dopo Cristo, il teatro fu riscoperto nel 1899 durante lo scavo delle fondamenta della "manica nuova" del Palazzo Reale.
PORTA PALATINA (Principalis Sinistra) = Eretta nel I° Sec. a.C. fu trasformata in palazzo e poi in carcere e venne restaurata a partire dalla metà del secolo scorso.
Presenta due torri di sedici lati ed un interturrio caratterizzato da quattro fornici, due più grandi per il passaggio dei carri e due minori per il transito pedonale. La poderosa muratura dell'interturrio è traforata dai due ordini di finestre che illuminavano la statio. Questo edificio, posto verso la città, serviva come corpo di guardia per il controllo delle persone e delle merci in transito. Ne sono visibili le vestigia nella zona in prossimità dei fornici, tra le due copie di statue dedicate a Cesare Augusto ed a Giulio Cesare, ivi collocate nel 1934.
MURA ROMANE = verso la città sono costituite da ciottoli di fiume spezzati, con la parte piana lasciata in vista, legati con malta ed intervallati da corsi di mattoni. Verso la campagna, invece, la cinta fu realizzata in laterizio per ragioni estetiche e per meglio assorbire i colpi d'ariete di eventuali attaccanti.
Attraverso le piazze della Repubblica ed Emanuele Filiberto, si raggiungerà via Giulio. All'angolo con via della Consolata sarà possibile osservare i:
RESTI DELLA TORRE ROMANA DELL'ANGOLO NORD-OVEST = costruzione ottagonale, eretta con criteri di notevole robustezza, distrutta in epoca cinquecentesca per essere sostituita da un bastione difensivo e riportata alla luce da Vincenzo Promis nel 1884.
Il tratto di mura che costeggia per qualche metro via Giulio localizza l'andamento della cortina nord, mentre quello verso via della Consolata contraddistingue la posizione della cinta ovest, di cui si scorgono resti nel fossato antistante il palazzo dell’Ufficio d’Igiene.
Seguire via della Consolata verso piazza Savoia e via Garibaldi.
DECUMANUS E CARDO = raggiungendo l'incrocio di via della Consolata con via Garibaldi, si potrà notare come questa ricalchi perfettamente il percorso dell'antico decumanus maximus. Si farà rilevare, inoltre, di essere giunti nella zona dove sorgeva l'antica Porta Decumana.
Avanzando verso piazza Castello, ci si fermerà all'incrocio con le vie Porta Palatina e San Tommaso, mostrando l'andamento del cardo maximus di cui ricalcano, all'incirca, l'antico tracciato.
PORTA PRETORIA = in piazza Castello verranno osservate le due torri ovest del Palazzo Madama (dietro la facciata juvarriana) che – all'epoca degli antichi romani – delimitavano la porta. È inoltre interessante una sosta sulla costruzione rilevata, in direzione dell’Armeria Reale, le cui vetrate permettono di vedere tracce delle antiche mura. Proprio in questa zona furono ritrovate le tracce della cerimonia di fondazione di Augusta Taurinorum.
Attraverso la piazzetta Reale, sarà possibile l'eventuale ritorno in piazza San Giovanni.
Concludo osservando che l'unica traccia della parte meridionale di Augusta Taurinorum visibile al pubblico è costituita da un bel tratto delle fondazioni della muratura che chiudeva ad est la città, valorizzate allestendo le nuove sale sotterranee del Museo Egizio, sotto l'Ala Schiaparelli, al Palazzo dell'Accademia delle Scienze. Le fondazioni suddette sono parallele alla via Duse.
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